Rosalba, la prima pittrice europea che dipingeva a pastello

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Oggi vi voglio raccontare un po’ della storia di Rosalba Carriera donna europea dal talento straordinario che con la sua forte ambizione fu una progressista passò la sua vita a studiare e fu anche un esempio di affermazione al femminile.

Visse a Venezia e quando nacque nel 1673 la maggior parte delle pittrici erano figlie d’arte, ma lei no; nonostante però, lei e le sue sorelle hanno ricevuto dai genitori un’istruzione e una formazione che prevedeva lezioni di pittura, musica, letteratura, lingue straniere, una donna fortunata per quel tempo ma anche coraggiosa per le sue idee.

Rosalba da giovanissima iniziò a dipingere ritratti in miniatura, scatole per tabacco o per riporre gioielli e fu allieva di famosi pittori del tempo. Molti furono gli inglesi che si trovavano in visita in Italia per il Grand Tour e si fecero da lei ritrarre nelle sue eleganti miniature e acquistarono piccoli ritratti o immagini che ricordavano loro momenti passati durante i loro viaggi.

Da lì iniziò la sua brillante carriera artistica diventando fra le più famose del settecento. La sua casa era frequentata da pittori veneziani e stranieri e il suo salotto diventò presto un circolo culturale attraendo personaggi famosi provenienti anche da città europee.

Rosalba Carriera si discostò a tutti gli effetti dallo stereotipo della dama settecentesca dedita solo ad attività femminili e salottiere, ed è stata la prima pittrice ad essere ammessa nelle accademie d’arte, all’epoca riservate agli uomini. Proprio in quel periodo le accademie di Roma e Parigi furono fra le prime ad aprire la frequenza alle donne.

In un mondo in cui le donne hanno avuto un ruolo marginale lei si dedicò totalmente all’arte e non si sposò forse perché per lei ci sarebbe voluto un uomo dalle larghe vedute che fra i suoi contemporanei non avrebbe trovato. Essere vissuta nella Repubblica di Venezia, che ha sempre avuto una tradizione più liberale rispetto agli altri Stati d’Italia fu un notevole vantaggio per lei; a Venezia infatti sono nate le inclinazioni che hanno anticipato il femminismo.

Come artista Rosalba ottenne importanti riconoscimenti soprattutto all’estero dove molti collezionisti europei acquistarono le sue opere e diventò ritrattista ufficiale di regnanti europei.

Si dedicò per la maggior parte alla ritrattistica ma si discostò dalle regole accademiche “dipingendo” totalmente a pastello tecnica che a quel tempo era usata solo per i disegni preparatori.

Il pastello infatti si presta molto bene al suo stile sfumato e dalla ricercata delicatezza ma richiede anche una certa abilità e non permette ripensamenti come in pittura. Il suo modo rimane costante negli anni ed è estremamente personale e inconfondibile e nulla ha da invidiare ai dipinti dei suoi contemporanei.

I volti luminosi e i toni chiarissimi contraddistinguono i suoi quadri per luminosità e l’aspetto aereo il cui tratto dolcemente sfumato è quasi privo di chiaroscuro. Alcune parti del corpo la cui morbidezza le rende armoniose, eleganti e delicate sono scoperte contornate da merletti e passamanerie piccole frivolezze che richiamo allo stile rococò.

I suoi ritratti e in particolare gli autoritratti sono profonda ricerca psicologica del personaggio, appaiono estremamente realistici, malinconici, nei quali è possibile riconoscere la personalità e le emozioni.

Ritrae se stessa dalla giovinezza alla vecchiaia. I suoi autoritratti sono una sorta di manifesti, immagini che mettevano in discussione il ruolo delle donne all’epoca. Fu infatti una donna forte e imprenditrice di se stessa ma contemporaneamente afflitta da depressione negli ultimi anni della sua vita.

La sua cruda aderenza al vero è espressa in particolare nell’ultimo, il più famoso dei suoi autoritratti custodito alla Gallerie dell’accademia di Venezia, e che ho fotografato per voi.

Qui Rosalba, sceglie di ritrarsi incoronata di alloro. Si mostra stanca, anziana, con i capelli grigi, spettinati e radi; il suo sguardo è triste, è quasi corrucciata, con un’espressione da cui traspaiono i suoi problemi di salute legati alla vista. Rispetto ai ritratti fatti ad altre persone all’abbigliamento da poca importanza.

Quasi cieca purtroppo negli ultimi 10 anni della sua vita non poté più dipingere  e morì nel 1757.

Spero di avervi incuriosito e di avervi fatto venire la voglia di approfondire la conoscenza delle opere di questa interessante artista sotto molti punti di vista.

La Carriera fece quasi sempre duplicati delle sue opere tanto da realizzare una sorta di archivio cosa che oggi ci permette di sapere di più su di lei.

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Benvenuti! Mi chiamo Anna Bello e amo definirmi un artigiano contemporaneo e vado sempre alla ricerca di tecniche artistiche che rendendo uniche le mie creazioni...- Continua -



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